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Il Labaro e l'Osella

IL LABARO DEL CENTRO STUDI STORICI DI MESTRE

 

"Da epoca remotissima questo castello (di Mestre N.d.R.) ebbe uno stemma proprio... Questo stemma era uno Scudo inquartato con campo rosso... Si dice che Treviso assumesse per Arma una Croce bianca in campo rosso... Anche a Mestre che in tutto a Treviso si uniformava avrà forse in parità di ragione assunta la stessa Arma della Croce in campo rosso... e pare quindi che l'origine della stessa si possa fare risalire ai tempi anteriori alla dedizione di Treviso al Veneto Governo... Aveva la Comunità di Mestre anche il titolo di Magnifica come si rileva da molti autentici documenti... Si hanno degli esemplari di questa Arma dove si vedono... le iniziali C M che significano Communitas Mestrensis"

(B. Barcella in Notizie Storiche del Castello di Mestre; Venezia, 1839).

Il Centro Studi Storici di Mestre assume, dalla sua fondazione, lo stemma della Communitas Mestrensis.

Recentemente è stato completato con la Corona Turrita concessa alla città di Mestre nel 1923.

Il labaro dell'Associazione riporta nelle frangie inferiori le iniziali in oro delle antiche municipalità di Chirignago, Favaro e Zelarino e del più recente quartiere urbano di Marghera che assieme a Mestre, rappresentata dal sigillo medioevale, costituiscono la moderna Communitas Mestrensis.

Le orlature dorate delle frange inferiori richiamano le merlature della Torre prospiciente il Borgo di S. Lorenzo, ora Piazza Ferretto.

L'OSELLA DEL CENTRO STUDI STORICI DI MESTRE

 

Il Centro studi storici ha fatto coniare una medaglia che rappresenta iconograficamente le finalità del Centro; tale medaglia, definita "osella" con richiamo alle medaglie commemorative dogali, è stata distribuita alle autorità ed ai soci fondatori il 14 dicembre 2001, durante la cerimonia celebrativa del 40° anniversario.

DI CENTRO STUDI STORICI DI MESTRE

COMMUNITAS MESTRENSIS.

Stemma medioevale di Mestre colle lettere C ed M,

sormontato dalla corona di città.

R/MESTRE - 2001 - XL - G. Grava.

Città turrita con corsi d'acqua ed un ponte,

scritte in caratteri antichi riportate: Mestre, S. Lorenzo.

Autore: Giuseppe Grava

Luogo di produzione: Treviso.

Dimensioni: 35 mm.

Metallo: Ag.

Peso: g. 25

Lo stemma raffigurato al dritto è quello più antico della città di Mestre: di colore rosso con la croce argento come riportato nel tratteggio convenzionale dell'araldica riprodotto nel conio. Le lettere C ed M che vi compaiono stanno a significare Comunità di Mestre, come ripetuto in latino nel cartiglio. A questo stemma che risale al periodo di sudditanza a Treviso, perciò anteriore al XV secolo, si è aggiunta la corona di città concessa con decreto reale di V.E. III il 30 agosto 1923. Si tratta perciò di un anacronismo, ma è un anacronismo voluto; qui non si raffigura l'esatto stemma della città, ma un insieme di simboli. Lo stemma medievale testimonia l'antichità dell'origine, la corona di città, la dignità del centro urbano, il cartiglio infine afferma la consapevolezza di appartenere ad un corpo sociale vivo ed attivo in ogni campo.

Nel retro è raffigurato un particolare di una carta del primo '500 conservata all'Archivio di Stato di Venezia e nota come Terkuz 25, si tratta di una delle più antiche raffigurazioni di Mestre. Si nota il fiume Marzenego che scende passando sotto al Ponte della Campana; immediatamente vicina è la chiesa di S. Lorenzo, indicata anche da una scritta; segue il castello con una cinta muraria poligonale intervallata da torri; la torre più vicina alla chiesa corrisponde a quella ancora esistente. Un elemento curioso di questa rappresentazione è la torre con alta cuspide all'interno del castello che sembra raffigurare il campanile di una chiesa, ma all'interno del castello esisteva solo la chiesa di S. Girolamo che a quel tempo era priva di campanile. Si tratta forse della torre Belfredo, termine medievale che indicava le torri di vedetta da cui dare l'allarme (ricordiamo che in inglese campanile si dice Belfry), oppure poteva rappresentare la torre, poi in parte crollata, in cui trovò sede la provvederia.

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